giovedì 7 aprile 2011

La terza via tra il velo e la velina

"Esiste una terza via tra il velo e la velina.
Abbiamo subito per secoli l'umiliazione di vederci trasformate in fantsmi ambulanti, non vogliamo ora rischiare di diventare lo stereotipo opposto, quello della prostituta.
Esiste, come in tutte le cose,una via mediana. Ed è stata una via mediana praticata da donne musulmane che hanno scelto la via più difficile: quella del cervello.
In fondo la donna imbacuccata nel burqa e l'odalisca sono due facce della stessa medaglia, ovvero di un imbrigliare il corpo femminile per renderlo oggetto di piacere: in un caso, nascondendolo e segregandolo, nell'altro esibendolo come fosse un trofeo.
Nel campo dell'islam, in particolare, le donne diedero prova di ingegno quando in Occidente era difficile che ciò potesse accadere: basti pensare a Rabia al Adawyya, la santa mistica dell'amore per Dio, ma ben 124 donne divennero maestri in confraternite sufi, stando a quanto scrive Gabriele Mandel Khan. Inoltre vi furono regine musulmane come la mamelucca Shajar al-Durr e la dinastia di regine che ressero il Bhopal dal 1844 al 1926.
Oggi le donne nel mondo musulmano hanno spesso vita dura, ma si stanno muovendo. E stanno cambiando le cose. In Iran le università sono frequentate soprattutto da ragazze, in Iran le donne sono state tra le prime a contestare il regime. Soprattutto hanno fatto conoscere al mondo la vita sotto gli integralisti: basti pensare all'autrice di fumetti iraniana Marjane Satrapi e alla sua graphic novel suo Persepolis, che è oramai un libro di culto (dal quale è stato tratto anche un  film d'animazione pluripremiato) eche ha fatto conoscere la causa della libertà in Iran ben prima delle manifestazioni anti-regime.
Il discorso oramai non riguarda più la donna musulmana, ma la donna in generale. L'universo maschile sembra accorgersi con molta difficoltà che oltre al seno e all'apparato vulvare esiste il cervello. Si passa dall'estremo del burkqa all'estremo dei festini. Sono ambedue condizioni umilianti, in cui la donna è vista essenzialmente nella sua funzione sessuale e non di essere pensante. Due diversi modi per domare quell'eterno femminile che incanta e spaventa.
Ridurre la donna musulmana a semplice prostituta o pensare che possa liberarsi delle catene del burqa andando all'estremo opposto è un insulto. Oltretutto senza capire che lo stesso mondo islamico,pur in mezzo a tante difficoltà e con tanti stop, sta mutando pelle (come hanno dimostrato le recenti rivolte, nelle quali l'elemento religioso ha avuto una parte piuttosto marginale), e che in questo cambiamento le donne stanno avendo un ruolo fondamentale. Ma non perché hanno i capelli scoperti o coperti, ma perché stanno usando quel cervello del quale spesso gli uomini non si accorgono

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