lunedì 3 gennaio 2011

Pregare e morire

L’anno nuovo è iniziato da soli due giorni e a tante persone è stato strappato il diritto alla vita.
Ci si sveglia al mattino, ci si lava, si fa colazione si programma la propria giornata e si pensa di concluderla pregando il Dio.
Altri programmano di uccidere, di portare morte di togliere la vita ad altre persone solo perché pregano Dio.
Quest’anno in Egitto sono morti 160 egiziani cristiani, mille donne cristiane spariscono e vengono costrette a convertirsi all’islam, le chiese in Egitto non vengono costruite, vengono demolite.
Qualche paese occidentale definisce l’Egitto un paese democratico, peccato che nessuno legge i vari annunci di offerte di lavoro dove è indicato a caratteri cubitali che è un’offerta valida solo  per i musulmani, peccato che ai cittadini egiziani musulmani è vietato la libertà di religione, è un grande paese democratico.
I cristiani egiziani ora rappresentano solo il 17% della popolazione, sono letteralmente in via d’estinzione e nessuno ne parla.
I cristiani egiziani in Egitto vengono considerati come un’entità estranea al resto della popolazione.
Come madre mi ha colpito, la testimonianza di un padre che era in quella chiesa ad Alessandria, cercava sua figlia, ha riconosciuto un braccio smembrato dall’anello che era nel dito, era il braccio di sua figlia.
Chi curerà queste ferite, chi laverà questo sangue innocente.
Come si può vivere in uno stato che per legge distingue i musulmani dai cristiani?
Come si può pregare per chi uccide, come si può perdonare chi odia e chi dentro porta solo morte.


fonte foto: http://2.bp.blogspot.com/_uTRAOzTbVk/Swja11HU9UI/AAAAAAAABSc/5qHDYbixe_w/s1600/mani_20preghiera.jpg

Nessun commento:

Posta un commento