martedì 5 ottobre 2010

Dounia Ettaib: il nemico delle donne non è il Corano, ma la mancanza di diritti


“Non c’è da fare troppa teoria: il vero problema delle donne musulmane è il fondamentalismo”: Dounia Ettaib va dritto al sodo. “La condizione della donna non è determinata dal Corano, ma dalle assurde interpretazioni che ne fanno certi uomini. La religione non è un ostacolo alla civiltà, soltanto l’integralismo fanatico lo è” dice con voce delicata ma ferma a Panorama.it.
Non si arrende la vicepresidentessa dell’Acmid, l’associazione delle donne marocchine in Italia. Non molla nemmeno dopo l’aggressione subita per aver manifestato davanti al tribunale di Brescia in favore di Hina, la giovane pachistana uccisa dal padre. “Smettila di parlare di islamismo” le avevano intimato gli aggressori “Hina è un prostituta come te”. E stringendole il viso con le mani l’hanno avvertita: “Ricorda: la bellezza non dura a lungo”.
Ma Dounia continua la sua battaglia. Sua e di tutte le donne che come lei intendono ribellarsi. In soccorso è arrivata la solidarietà di molti personaggi del mondo politico e anche quella del presidente dell’Istituto culturale islamico di viale Jenner. Dounia ha ottenuto in questi giorni la cittadinanza italiana, un riconoscimento che si aggiunge al suo coraggio e alla sua battaglia per la civiltà.
Solidarietà e riconoscimenti fanno piacere, ma le minacce spaventano e all’Acmid continuano ad arrivare da anni le richieste di aiuto da parte di donne musulmane che ogni giorno subiscono violenza tra le mura domestiche.
Allora che cosa bisogna fare concretamente per aiutarle? Insieme all’impegno quotidiano dell’Acmid occorre che si imponga l’idea che “Non è l’Islam il problema delle donne” sottolinea Dounia “come nessuna religione può essere un problema per gli esseri umani. È quando ci si sente in diritto di giudicare le fedi altrui che sorgono i problemi” precisa. E sul tanto invocato multiculturalismo afferma: “C’è una gran confusione su cosa si debba intendere con questa parola, eppure basterebbero due punti fermi per darle un senso preciso: la sacralità della vita umana e il rispetto dei diritti civili. Solo con queste due premesse fondamentali, condivise da tutti, si potrebbe parlare non soltanto di rispetto per la donna ma di reale convivenza delle civiltà”.
Quella di Dounia non è soltanto una battaglia per le donne, ma una battaglia per la persona umana. “E il nemico è solo uno” conclude Dounia “cioè quello stesso fondamentalismo che uccide e perseguita i cristiani nelle terre arabe e, una volta importato in occidente, si rivolta contro i suoi figli”. Come è successo a Hina.
(da Panorama, 4.07.2007)

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